Conosci Francesco Pacienza? – parte 1

Conosci Francesco Pacienza? – parte 1

Un post dedicato a me stesso e alla mia vita.

Chi sono veramente, come persona e come professionista, sono in pochi a saperlo; così ho deciso di raccontarmi in questo post. 
Non vi rivelerò solo nozioni autobiografiche ma potrete conoscere i miei gusti in fatto di letture, i miei hobby, le mie esperienze di vita e professionali: alcune cose potrebbero tornarvi utili, altre sicuramente vi faranno divertire (hai detto niente, in un periodo come questo)… e se avrete delle domande o delle semplici curiosità potrete farlo attraverso un modulo che troverete nell’articolo.

Are you ready? Let’s start. Buona lettura!

Quante volte ho trascorso decine di minuti davanti ad un foglio bianco in attesa che le mie dita iniziassero a pigiare i tasti per dar forma ai pensieri e alle idee, sia nel caso della redazione di articoli, ma ancor di più per iniziare la stesura dei miei libri.
I minuti sono diventati ore nel caso specifico di iniziare a raccontare me stesso: molto più semplice scrivere un libro!

Perchè sento il bisogno di raccontarmi?

Da un pò di tempo nella mia vita sono più le domande che le risposte; anche nella premessa al mio ultimo libro, Behind the Lens, mi sono posto la domanda del perché avevo deciso di scrivere un altro libro. In quell’occasione provai a rispondere chiedendo aiuto a George Orwell il quale sostiene che scrivere un libro serve ad alimentare il proprio egoismo, per desiderare di essere al centro di discussioni, ma anche per raccontare la propria percezione della bellezza nel mondo esterno, nello specifico il Mondo Sommerso. Vi é anche la volontà di raccontare le cose per così come sono, di voler trasmettere agli altri il proprio sapere, la propria conoscenza su argomenti altrimenti difficili e poco conosciuti che resterebbero relegati, a disposizione solo di pochi eletti.
Per raccontare se stessi ci possono essere svariati motivi: io ho scelto di farlo perché credo che l’idea che si ha di me non mi appartenga; perché mi piace farmi conoscere; ma, anche per migliorare il rapporto umano e professionale con tutti voi che mi seguite attraverso le mie fotografie, i miei articoli e i miei libri.

Chi sono?

Con mia madre, Nilla, all'età di due mesi.
Con mia sorella e la prima macchina fotografica
A 17 anni - DJ radiofonico

Ho 56 anni (ops oggi sono 57!), ho diverse passioni ma soprattutto sono stato capace di trasformare una di queste in una professione oltre che nella principale ragione della mia vita: la Fotografia.
Amo i viaggi, amo incontrare nuove culture e cercare di comprenderne le radici; amo il mare fin da ragazzino, anche se sono cresciuto in collina e con il mare distante. Il sangue che scorre nelle mie vene ha il sapore del mare anche se il suo colore è di un rosso rubino.

Amo la subacquea, ma anche le passeggiate nei sentieri, il trekking, la mountain-bike, le passeggiate nei corsi d’acqua alla ricerca di soggetti da fotografare.

Sono nato il 13 aprile del 1963, a Cosenza. I miei genitori mi hanno educato al rispetto delle persone e alla curiosità nella conoscenza. La mia indole è sempre stata quella di una persona inquieta, sempre alla ricerca di qualcosa di nuovo. Il mio insegnante delle scuole elementari amava ripetere a mia madre: “…lui è come un novello Ulisse, sempre alla ricerca della sua Itaca. Fin tanto che la cercherà non sarà mai appagato, ma in continuo divenire con la sua sete di conoscenza e scoperta. Il giorno in cui la troverà, coinciderà con il termine della sua vita!

A distanza di così tanti anni, ho ritrovato sempre me stesso ogni volta che ricordavo questa affermazione: mai fermarsi, andare sempre oltre gli orizzonti raggiunti, verso l’infinito. La conoscenza non ha frontiere.

Grazie papà Alessandro (conosciuto ai più come Amedeo) e mamma Nilla, per tutto quello che mi avete insegnato. Insegnare è mescolare. Insegnare non è accendere desktop o schermi di cellulari, ma accendere idee, fare domande, svegliare dubbi, far passare la luce (cit., E. Galliano); e di luce ne avete fatta passare tanta, assecondando ogni mia voglia di scoperta.

Caratterialmente non ho mai accettato compromessi, non ho mai usato la diplomazia per dire quello che avevo da dire: duramente ma sempre con educazione e rispetto dell’altrui persona. Non ho mai sopportato i diktat e le angherie da parte di chi deteneva il potere, di qualunque natura fosse.

Ho sempre rifiutato tutto ciò che fosse in contrasto con la logica e la razionalità, anche ponendomi in contrapposizione e subendone le conseguenze. Il collegio e il servizio militare sono state due scuole in cui ho forgiato ulteriormente il mio carattere. Di episodi in cui devo molto al mio carattere risoluto la mia vita ne è piena, come anche di episodi in cui questa risolutezza mi si è rivoltata contro. Una cosa è certa: per me il bianco é sempre bianco e il nero é sempre nero. Le uniche sfumature che mi interessano sono quelle di un bel tramonto o di una affascinate alba. Ho vissuto e vivo di colori saturi.

Francesco, scrive Settimio Cipriani nella presentazione alla monografia “I Maestri della Fotosub Italiana”, è una bravissima persona, dal cuore grande, pronto a parlare, discutere e consigliare sulla foto sub con tutti, ma ha un carattere un po’ “fumantino”; non ama essere preso in giro; lui preferisce affrontare le persona “faccia a faccia” e giungere così ad un chiarimento: insomma il detto “pane al pane, vino al vino”è il suo leitmotiv.
Chi riesce ad accettare Francesco cosi com’è non avrà mai da pentirsene perché ti da il cuore e tutto sé stesso, come persona, oltre alla sua conoscenza fotografica.

FINE PRIMA PARTE

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